sabato 30 marzo 2013

"LASCIO TUTTO E...SCAPPO. PERCHE' LA' C'E' LAVORO." - di Giuseppe Cacopardo

"LASCIO TUTTO E...SCAPPO. PERCHE' LA' C'E' LAVORO." - di Giuseppe Cacopardo
 
Stiamo attraversando un periodo nero della nostra economia, qualcosa che sicuramente verrà scritto sui libri di storia.
Prima di questa, solo la crisi del '29. Siamo i nuovi protagonisti di un evento storico che ci accumuna tutti su questa terra. Alcuni meno di altri, però.
Concentriamo la nostra attenzione sull'Italia: la disoccupazione cresce, la percentuale di senza-lavoro è in costante aumento, l'innalzamento dell'età pensionabile frena ancora di più il turnover...ne stiamo passando di ogni.
Tutto ciò si ripercuote su una classe più delle altre: i giovani.
I giovani italiani studiano, si laureano, acquisiscono master, maturano le loro conoscenze e competenze. Una volta pronti al mondo del lavoro sono costretti ad accettare contratti miserabili, certo ci si deve accontentare, ma per quanto ancora?
"Determinato 1, 2 o 3 mesi", "A progetto", "Apprendistato". Queste sono solo alcune delle nuove formule di contratto presenti nell'Italia in recessione.
Se un giovane non ha nemmeno l'opportunità di essere assunto a contratto ecco che diventa, o meglio, si riduce, a stagista. Lo stagista è colui che, non assunto con obbligo di retribuzione, svolge una o più mansioni all'interno di una qualche azienda. Egli, così facendo, acquisisce dimestichezza col mestiere, approfondisce le sue conoscenze e competenze a riguardo e ha l'occasione di mettersi alla prova. Fino a qui tutto è positivo. Quando però un giovane si trova condannato a fare tirocini su tirocini sempre con la solita scusa "è un'esperienza professionale che va nel CV", ecco che lo stage si tramuta in nuovo volto dello sfruttamento del lavoro. Ognuno di noi lavora per vivere. Dopo un pò ci si stanca anche di sviluppare competenze, si vuole guadagnare PER VIVERE.
Migliaia di giovani italiani stanno già per scegliere di approdare sull'ultima spiaggia: andare all'estero. Ci sono infatti paesi che sembrano quasi, sottolineando quasi, non soffrire più di tanto delle conseguenze della crisi. Per citarne alcuni: Canada, Nuova Zelanda, Australia, Cina, Giappone, Brasile. Persino l'Irlanda, che insieme a Italia, Spagna, Portogallo e Grecia fa parte dei "deboli" d'Europa, sta registrando una crescita dello 0,5%. Lieve sì, ma meglio che niente.
I giovani Italiani, ma non solo i giovani, espatriano verso questi paesi. Fari di speranza nel buio dell'economia mondiale.
Paesi che non sono il loro, ma capaci di fornire opportunità vantaggiose e posti di lavoro. 
Viviamo in un'Italia in cui è lo stesso governo che dice che bisogna accontentarsi e di non essere choosy (viziati). Sei viziato se vuoi fare un lavoro attinente agli studi compiuti? Il governo crede questo. 
Un paese che non lascia più possibiltà di scelta. Se si trova un lavoro, lo si deve accettare, qualunque esso sia.
Un'Italia in cui i bambini non possono più permettersi di dire: "DA GRANDE VOGLIO FARE IL...".
 

2 commenti:

  1. GRANDE GIUSE CONTINUA COSì BELL'ARTICOLO

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  2. La politica di oggi è prendi ciò che ti si presenta e vai avanti cob la speranza di aver ciò che ti sei prefissato nei sogni dell'infanzia....

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